L’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma) è una Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) costituita a Roma l’8 aprile 1969.
I suoi obiettivi sono il sostegno alla ricerca scientifica e l’assistenza a malati e famiglie affinché i tumori del sangue siano sempre meglio curabili e sempre più spesso guaribili.
Dal cancro oggi è possibile guarire. È anzi diventata la maggiore delle probabilità. E in effetti più di 4 milioni di persone, oggi in Italia hanno una storia passata di malattia oncologica.
Il problema è che la guarigione molto spesso non è “ritornare come prima”: rimangono tracce nel corpo e nella mente dell’esperienza vissuta. Rimane, a volte, uno stato di salute non perfetta. Rimane un senso di incertezza e di paura. E poi, la storia di malattia può determinare la perdita di legami e di opportunità: relazioni che si interrompono, un lavoro che si perde o che non si riesce più a fare, ritmi che non si riescono più a tenere.
Tutto questo è normale: a volte è necessario cambiare le proprie priorità e accettare la nuova condizione; in molti casi invece è possibile recuperare motivazione, energia, chiarezza di visione e ritrovare molto di ciò che si è perso con la malattia.
Di questa “ripartenza” dobbiamo però diventare i primi protagonisti. È arrivato il tempo di occuparci di noi. Nelle fasi di terapia attiva succede facilmente che tutti gli sforzi e le attenzioni si concentrino sugli aspetti sanitari del percorso di cura e che questo periodo diventi una specie di parentesi della vita: la normalità è come sospesa in un vuoto e viviamo nell’attesa di un aiuto da fuori. Accade cioè che si entri in una condizione di passività, in cui esami e terapie vengono subite, cercando di reagire al meglio e pensando solo a trovare il modo di uscirne al più presto.
Quando il ritmo delle attività sanitarie si riduce e la vita comincia a riprendere il suo posto, viene il tempo di dare spazio a ciò che attivamente possiamo fare per ridurre gli effetti negativi del tumore e delle sue cure e per proteggere o ricostruire il nostro futuro. Ciò che noi possiamo fare diventa allora la cosa più importante di tutte, perché nessuno può sostituirsi a noi nella volontà di ricominciare.
Questo opuscolo vuole essere innanzitutto un invito a recuperare il nostro ruolo di attori della cura. Attraverso gesti semplici della vita quotidiana possiamo imparare a prenderci cura del nostro corpo, ritrovare un equilibrio e una serenità che avevamo perso, darci degli obiettivi da raggiungere e delle regole da seguire.
La scienza ci dice che cambiare le nostre abitudini di vita ha un impatto decisivo sulla possibilità di recuperare il livello di salute precedente la malattia e anche sulla riduzione delle probabilità di riammalarci. Per questo insistere sullo “stile di vita” non è una moda e nemmeno un dettaglio marginale. Modificare il nostro modo di mangiare, muoverci di più, smettere di fumare, non consumare alcolici sono strumenti fondamentali per recuperare salute. Sono poi anche un modo per riportare l’attenzione alla nostra mente e al nostro corpo; prendere consapevolezza di come stiamo e dedicarci a questa fase di ricostruzione è un impegno che viene ripagato in termini di benessere.
Attraverso il richiamo a fonti autorevoli della letteratura scientifica, un gruppo di professionisti ha voluto riassumere in queste pagine quello che sappiamo oggi su questa delicata fase della vita e sugli strumenti che abbiamo per occuparcene. Si è voluto anche dare risalto agli aspetti sociali e lavorativi, che costituiscono una componente rilevante del nostro mondo abituale e quindi del nostro stare bene.
Dott. Gianmauro Numico, Dott.ssa Anna Vandone, Dott.ssa Rachele Ferrua, Dott.ssa Giulia Bernardi (S.C. Oncologia – ASO S.Croce e Carle Cuneo)
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Il malato oncologico ha il diritto a chiedere di trasformare il suo orario di lavoro da tempo pieno a tempo parziale per la durata dei trattamenti.
Ha inoltre diritto di ritornare al tempo pieno quando la sua situazione di salute è migliorata…
Potresti avere difficoltà a credere di avere il cancro quando ti viene diagnosticato per la prima volta.
È comune sentirsi scioccati e insensibili.
Potresti non essere in grado di comprendere tutte le informazioni che ti vengono fornite.
Potresti scoprire che continui a porre le stesse domande…
L’OMS raccomanda 150 minuti a settimana di attività di moderata intensità, suddivisi in almeno 3 sessioni settimanali da 50 minuti oppure 5 sessioni settimanali da 30 minuti.
Per “attività fisica” si intende “qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo”…
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